28 aprile 2009

Orfeo ed Euridice

Visto che mi piacciono molto i miti e le storie dell'antica Grecia/Roma ho pensato di riportare una delle storie che piu mi piacciono e di cui ho accenato in qualche commento di risposta nel post blog precedente.

Ecco la Storia di Orfeo ed Euridice:

Orfeo era figlio di Eagro, re della Tracia, e della musa Calliope. Il Dio Apollo gli donò la lira e le muse gli insegnarono ad usarla ed era talmente abile che lo stesso Seneca narra:

"Alla musica dolce di Orfeo, cessava il fragore del rapido torrente, e l'acqua fugace, obliosa di proseguire il cammino, perdeva il suo impeto ... Le selve inerti si movevano conducendo sugli alberi gli uccelli; o se qualcuno di questi volava, commuovendosi nell'ascoltare il dolce canto, perdeva le forze e cadeva ... Le Driadi, uscendo dalle loro querce, si affrettavano verso il cantore, e perfino le belve accorrevano dalle loro tane al melodioso canto ..."

Dopo l'impresa degli argonauti, Orfeo sposo' la bella Euridice ma nessuno avrebbe pensato che il suo sarebbe stato un amore sofferto.

Aristeo, uno dei tanti figli di Apollo, si invaghi della bellezza di Euridice e, sebbene il suo amore non fosse corrisposto, continuava a rivolgerle attenzioni fino a che un giorno Euridice per sfuggirgli calpesto un serpente il quale la uccise mordendola.

Orfeo penetrò allora negli inferi incantando Caronte con la sua musica. Sempre con la musica placò anche Cerbero, il guardiano dell'Ade. Persefone, commossa dal suo dolore e sedotta dal suo canto, persuase Ade a lasciare che Euridice tornasse sulla terra. Ade accettò, ma ad un patto: Orfeo avrebbe dovuto precedere Euridice per tutto il cammino fino alla porta dell'Ade senza voltarsi mai all'indietro. Insieme ad Hermes (che doveva controllare che Orfeo non si voltasse) si incamminarono quindi verso il lungo sentiero in salita che conduceva al mondo dei vivi.

Euridice, non sapendo del patto, continuava a chiamare in modo malinconico Orfeo, pensando che lui non la guardasse perché brutta, mentre in realta Orfeo con grande dolore continuava imperterrito senza voltarsi.

Appena vide un po' di luce Orfeo, capi' di essere uscito dagli Inferi e si volto' ma purtroppo Euridice, che aveva accusato un dolore alla caviglia morsa dal serpente, si era attardata... e per tanto Orfeo trasgredi' di fatto la condizione posta da Ade. Euridice capisce e sussurra all'amato parole drammatiche e struggenti: «Grazie, amore mio, hai fatto tutto ciò che potevi per salvarmi».
Si danno poi la mano, consapevoli che quella sarà l'ultima volta.

Tornato dagli inferi, Orfeo rifiutò il canto e la gioia e abbandono' il culto del dio Dioniso rinunciando all'amore eterosessuale, "inventando" così per la prima volta nella storia l'amore omosessuale. In tale contesto si innamora profondamente di Calais, figlio di Borea, e insegna l'amore omosessuale ai Traci.
Le Menadi (seguaci del dio Dioniso) offese e infuriate da cio' e dal fatto che Orfeo non volesse piu cantare per loro lo sbranarono e ne gettarono la testa in mare insieme alla sua lira. Lira che in seguito fu presa da Zeus e posta nel firmamento celeste.

2 commenti:

Pisolo ha detto...

Uno dei miti più belli dell'intera mitologia greca ;-)!! Bel Blog!

informatica Pratica ha detto...

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