09 aprile 2010

SkraM Story - Parte 1

Sono 2 anni che tengo questo blog tuttavia la mia esperienza da blogger inizio' su myspace nel 2007.
Di quel blog all'interno del profilo ormai non resta nessuna traccia perche cancellai 2 anni fa tutti i post che scrissi, compresi quelli della mia crisi sessuale con il conseguente coming out.

Tutti gli amici blogger e non che mi seguono mi "conoscono" solo attraverso quello che fino ad oggi ho scritto qui su blogspot tuttavia nessuno sa quale sia in vero la mia storia, seppure qualche stralcio l'ho scritto qui e la all'interno di alcuni post blog.

Motivato dalla storia di Ale e Lolo', Ale223 e altri come loro che hanno messo a nudo la loro vita condividendo con i loro lettori quelle che furono le loro paure, le lore ansie, il loro amore, ho deciso anche io di scrivere qualcosa sulla mia storia.


SkraM Story - PARTE 1

Fin da bambino sono sempre stato taciturno e introverso, diventavo solare e ciarliero solo se entravo molto in confidenza altrimenti ponevo un muro fra me e il prossimo.

Crescendo la mia timidezza e' diventata sempre piu grande e difficilmente facevo gruppo o legavo con gli altri, specie con i ragazzi.

Non ho mai capito il perche ma non mi interessavano molto le cose che piacevano a loro (calcio, motori, etc etc). Con l'andare del tempo le cose non sono certo migliorate perche ai soliti argomenti trattati dai maschi, comincio' ad aggiungersi l'argomento ragazze.
Incapace di argomentare o condividere tali interessi non sono mai entrato in nessun discorso diventando a tutti gli effetti una specie di mosca bianca tanto da diventare ben presto facile preda degli scherni altrui.

Mamma mi ha sempre insegnato che se qualcuno ti prende in giro non bisogna rispondere perche dai loro modo di continuare a farlo; piuttosto bisogna ignorarli perche alla fine si stancheranno.
Oggi con il senno di poi posso dire che non c'e niente di piu sbagliato in quelle parole; se non ti fai rispettare e resti in silenzio gli scherni non diminuiscono ne cessano ma continuano senza sosta, senza mai darti tregua, facendoti solo stare male, puoi gridare, piangere sbattere i piedi ma sei da solo in un mondo di lupi famelici.

Mi son sempre chiesto cosa in me non andasse, ero un preadolescente con l'ingenuita di un bambino... non mi interessava il sesso e non provavo attrazione per nessuno, maschi o femmine che fossero eppure non riuscivo a capire... cosa c'era di buffo in me, cosa c'era di cosi tanto divertente da spingere gli altri a umiliarmi....
Non conoscevo nemmeno il significato di certe parole eppure le percepivo come qualcosa di brutto, qualcosa di cui mi sarei dovuto profondamente vergognare pur tuttavia non avendo mai fatto nulla di cui davvero vergognarmi.

Della mia preadolescenza ricordo ancora un evento particolarmente "traumatico".... evento che mi spinse a chiudermi ancora di piu con gli altri.
Durante il periodo delle scuole medie era consuetudine durante educazione fisica condividere gli spogliatoi con un altra classe dello stesso anno scolastico (maschi e femmine ovviamente separati) questa era una cosa che ho sempre mal sopportato perche non mi piaceva spogliarmi davanti alle altre persone tanto e' vero che lo facevo sempre il piu velocemente possibile; non mi guardavo nemmeno intorno anche se un po invidiavo il fare degli altri ragazzi che scherzavano e ridevano tranquillamente fra loro.

L'ultimo anno alcuni ragazzi decisero che era giunto il momento di divertirsi in un modo piu spinto e durante una delle lezioni mentre ci stavamo cambiando brandirono una scopa con l'intento di "sodomizzarmi per finta".... fu una cosa umiliante, nessuno dei miei compagni venne in mio aiuto o disse qualcosa; riuscendo a divincolarmi riuscii a strapparmi dalle loro prese e uscii dallo spogliatoio restando in silenzio, senza versare una lacrima anche se dentro mi sentivo morire... avrei voluto tanto gridare, piangere, prendere a calci tutti ma ero solo un ragazzino impaurito e sebbene non mi sia mai mancato l'amore dei miei genitori, mi sentivo profondamente solo.

Parlare agli insegnanti era inutile, nessuno mi avrebbe difeso e avrebbero cmq dato la colpa anche a me per non riuscire a socializzare. Di quanto successo non dissi nulla nemmeno ai miei genitori perche sapevo che con il carattare che ha mia madre sarebbe corsa subito dal preside e la cosa sarebbe diventata di dominio pubblico facendomi sprofondare ancora di piu nella mia vergogna e malessere.

In definitiva non ho nessun ricordo bello delle scuole medie, tanto che quando quel periodo della mia vita si concluse tirai un sospiro di sollievo e con occhi speranzosi guardavo al futuro gettandomi tutto alle spalle pronto per iniziare un nuovo capitolo della mia vita con l'arrivo delle scuole superiori nel pieno della mia adolescenza.

TO BE CONTINUED

13 commenti:

Rosa ha detto...

Se penso a te, spaurito introverso e alle vessazioni a cui ti sottoponevano mi viene una tenerezza... Non c'è niente da fare, sono proprio MammaRosa :D

Spero che piano piano la situazione in Italia migliori e che situazioni così non ce ne siano più, anche perchè sono sicura che siano cose molto comuni purtroppo.
Un abbraccio :*

El novio ha detto...

E' triste quello che racconti del tuo passato, ma alla luce di quello che sei ora (da quel poco che riesco a conoscere di te via blog) tutto è stato prezioso, persino l'esperienza peggiore e brutale, come tutto ciò che ti ha provocato tanta sofferenza e solitudine.Il fatto che ne scrivi è segno che hai rielaborato ed hai trovato un tuo equilibrio che ti consente ora di essere te stesso serenamente, nonostante- aggiungerei- la grande sensibilità acquisita.La tenerezza poi ti appartiene come plus-valore!Un triplice abbraccio!

Joshua ha detto...

Provo un misto di tenerezza e dispiacere per quello che hai scritto.
La mia consolazione agli insulti che ho ricevuto nella vita è che mi hanno fortificato, sembra una frase fatta ma davvero mi hanno insegnato molto, come ad esempio che molti sono forti solo in compagnia mentre da soli sono dei coglioni.

Ps. è un piacere leggere la tua storia skram così ci sembri ancora più vicino :)

Pegasus ha detto...

Ti capisco :)
io di prese in giro ne ho sempre ricevute, saranno solo pochi anni che non succede più, ed una delle ultime era diventata pesante. Leggendo questa tua esperienza però devo dire che con me non sono mai arrivati a tanto, più che altro mi pesava il fatto che lo facessero in continuazione.
Comunque con il tempo ho imparato che non funziona nè la tattica di tua mamma nè urlare al mondo, piuttosto bisogna dare risposte secche e assolutamente "occhio per occhio dente per dente", perchè negli altri due casi si dà un peso alle parole (insulti) , ed è quello che non si deve fare

Marco ha detto...

Mi piace questa "rubrica"...

Trovo assolutamente condivisibile quel senso di solitudine che spesso accompagna gli anni dell'adolescenza. Se riesci ad inserirti in un gruppo è bene..ma quando, per diversi motivi, rinunci ad omologarti, scegli di non farne parte o ancora ti escludono...beh...lì quelli che dovrebbero essere gli anni più belli e spensierati diventano invece invivibili.
Mi fa piacere, però, che certi vissuti non abbiano intaccato la sensibilità e la dolcezza che ti contraddistinguono...
Un abbraccio grande Marcolì!! Buon weekend!

-IlDave- ha detto...

Caro Marco, io anche ho odiato il periodo delle medie. Il peggiore in assoluto Per fortuna gli anni al liceo sono cambiati radicalmente. Grazie per condividere con noi parti della tua vita

beltipo ha detto...

Dimenticavo.. sul mio post intitolato "Marcus Bellamy" ho finalmente risposto alle tue osservazioni.. Vai a dare un occhio..

beltipo ha detto...

Il racconto della tua preadolescenza ha molte cose in comune con la mia preadolescenza/adolescenza.. Infatti mi ritrovo quasi in tutto. Anche io ho attraversato le stesse situazioni, anch'io provavo disagio a spogliarmi con i compagni, mentre loro (al liceo) addirittura indugiavano in mutande, e qualcuno anche nudo sotto la doccia, a ridere e scherzare.. Io invece mi irrigidivo, mi tremavano le gambe, e non capivo come loro potessero stare lì con atteggiamenti così spavaldi (a me però non è capitato che fingessero di sodomizzarmi con il manico della scopa..). Per il resto anche io ho provato anni e anni di solitudine perchè mi riusciva difficile relazionarmi con i compagni che - come giustamente hai detto tu - non parlavano d'altro che di calcio, donne e motori. Gli anni più brutti però sono stati quelli del liceo e non delle medie. Infatti alle medie ancora non mi rendevo conto di essere gay, mentre dopo i 15 anni ne ho avuto la chiara e precisa consapevolezza. Perciò mi sono chiuso in me stesso e non avevo nessun amico ed ero sempre da solo. A ciò si era aggiunta la sofferenza dovuta al fatto che, come tutti gli adolescenti in tempesta ormonale, mi innamoravo in continuazione di ragazzi etero inavvicinabili, primo perchè ero timido e chiuso, secondo perchè non avendo amici e non facendo sport di squadra (calcio, pallavolo ecc..) non avevo agganci che mi consentissero di conoscere questo e quello, terzo perchè mi rendevo conto che erano amori impossibili e "proibiti".. Ho fatto tanto di quel piangere (da solo, in segreto, lontano dalla vista dei miei, ovviamente..). La situazione si è sbloccata solo negli anni dell'università, quando sono stato "rimorchiato" da un gruppo di ragazze che prendevano il treno con me e mi hanno invitato ad uscire con la loro compagnia, una compagnia mista dove c'erano anche dei ragazzi, allora tutti più grandi di me e forse proprio per il fatto di essere maturi mi rispettavano. Io ho acconsentito perchè le ragazze erano molto dolci con me (piacevo a qualcuna di loro, evidentemente..) e così ho cominciato ad uscire la sera, andare nei locali con questa compagnia. Mi è servito per vincere la mia timidezza e il mio isolamento. Poi ovviamente non ho retto alla prova "fidanzamento" in quanto i ragazzi e le ragazze della compagnia a poco a poco si sono messi insieme tra loro o con altri/e esterni/e al gruppo e io sono rimasto nuovamente solo.. Però avevo imparato a muovermi e, soprattutto non ero più timido come prima.. Fu allora che, da solo, cominciai a frequentare i locali gay, poi venne il coming out.. Ma questa è tutta un'altra storia..

Ivan ha detto...

E bello che tu possa condividere con i tuoi lettori il tuo passato cose che, malgrado la difficoltà nel viverle hanno creato la bella persona che sei oggi, e hanno fatto la tua forza.
D'altronde credo che più o meno ci riconosciamo tutti in quel che scrivi, con epoche diverse, fatti diverse, ma la sostanza non mi sembra che sia molto diversa per ciascuno di noi.
Sarò stato più fortunato in quanto nessun avvenimento traumatico per me, tranne mio Padre che mi tratta di frocio e mi caccia fuori di casa in un momento di rabbia solo perchè affermo che fare quello che vorrebbe lui, mai, o mia madre che scopre giornaleti adolescienziali con tanti ragazzi in foto, ma nulla di che. Da li una scenata dall'altro mondo, e poi, come sempre, insabbiato tutto.
Non ho avuto da ignorare o proclamare, mi hanno sempre rispettato, anche se "diverso" ma tutti lo mettevano sul fatto che ero musicista.
Sii orgoglioso di te.
Un bacio

Fabrizio ha detto...

Non so perché ma mi sembra di leggere parte dei miei ricordi... :)

Anonimo ha detto...

Non voglio essere ripetitivo con quanto già esposto così ampiamente dagli altri.
Mi riconosco in toto nella tua adolescenza: riservatezza, introversione.
Ma tuttora rimane un'abissale differenza: tu, come altri, sei riuscito ad essere te stesso, ad avere il coraggio di dichiararti, io ancora no! Il motivo: non ho una visione così sicura di me stesso, di cosa sono.

PD ha detto...

Che brivido leggere questo post.
Mi sono tanto commosso. Io ho avuto una pre-adolescenza/adolescenza un po' diversa ma sempre problematica.
Ti mando un abbraccio affettuoso perché non ti senta mai più solo. Ora hai Ste e tanti amici e lettori.
Baciotto

MauroFur ha detto...

è assolutamente scioccante leggere quello che dici, che ci riporta benissimo in una situazione difficile da dimenticare che è stata l'adolescenza (già vissuta tra dubbi, paure, cambiamenti umorali e fisici...) in più il silenzio intorno per miglia e miglia che sentiamo come chiaro segnale della mancata integrazione perchè qualcosa che oltratutto non è una passione in particolare bensì cose quotidiane a noi precluse hanno scavato un solco in cui abbiamo un pò tutti riversato lacrime, sogni e in qualche modo speranze che tutto un giorno potesse finire.
eppure che cattiveria impensabile, se si pensa che parliamo anche di bambini-ragazzi, quando tutti dovrebbero meritare un gruppo di amici, di crescere confrontandosi senza conoscere la solitudine (semmai quella in età adulta la si cerca a volte), lo scherno, la diffidenza e la differenza che salta palese. Io ho avuto un percorso diverso e fortunatamente se le medie sono volate senza grandi accadimenti e non li ricordo in particolare al liceo (artistico n.d.r) ho fatto la mia esclation (la frequentazione permetteva...) di coming out, lezioni sul sesso omosessuale e via dicendo...neh, spero, anzi, sono sicuro che tu abbia saputo riconquistare la dignità e trovare cose più importanti "dopo", è impagabile il fatto di prendere coscienza di sè e vivere bene senza nascondersi o vergognarsi e peggio stare in silenzio. un abbraccio